FORMAZIONE DEGLI E- TUTOR 2006
Ufficio Scolastico Regionale del Veneto
In
collaborazione con
Apprendimento in rete: aree di
intervento degli e-tutor
per il superamento dei disagi dei
corsisti
Introduzione all’attività
L’attività che apre il terzo incontro in presenza è un’attività di gruppo che richiede ai corsisti-tutor di spostare il loro focus di osservazione dal TUTOR al CORSISTA .
Nei due primi incontri in presenza, infatti, e nelle successive attività in rete, i contenuti d’apprendimento e le riflessioni di gruppo e individuali hanno sempre riguardato le funzioni del tutor e le sue competenze.
A questo punto del percorso, per questa prima attività, si chiede, invece, ai corsisti-tutor di assumere l’ottica del corsista, per interrogarsi su quali siano le necessità e i disagi incontrati dai corsisti nei percorsi di apprendimento in rete e integrati.
L’attività proposta non ha come scopo, però, di offrire ai corsisti-tutor uno spazio per l’esplicitazione fine a se stessa delle proprie difficoltà, ma di invitarli a individuare e mettere a fuoco, anche passando attraverso la riflessione sulla propria esperienza -ma oggettivata e osservata con la necessaria distanza- le problematiche che i corsisti in genere, e quindi anche i propri futuri corsisti, potrebbero incontrare. Tutto questo con il chiaro obiettivo finale di delineare, tramite la discussione, le aree d’intervento dei tutor nella gestione dei disagi dei corsisti e le corrispondenti strategie di prevenzione.
Descrizione dell’attività
1. I
corsisti, divisi in piccoli gruppi di tre persone, discutono sui nodi
problematici possibili e immaginabili e raccolgono le
loro osservazioni usando le risorse tecniche disponibili, scelte dal tutor
(cartelloni con i post-it colorati, tabelle in
word, schemi in ppt, mappe mentali, …). La
discussione dura 15 minuti.
2. I gruppi si
riuniscono in 4 gruppi allargati, per la revisione e riorganizzazione degli elementi
raccolti, che durerà altri 15 minuti.
3. Un relatore
per gruppo illustrerà, in 7- 8 minuti, gli elementi di
problematizzazione raccolti dal proprio gruppo. I
relatori successivi sono invitati ad adottare gli stili
comunicativi del “giro di tavola”, evitando di essere ridondanti, ampliando e
completando i discorsi precedenti, in sequenza cumulativa oppure per contrasto.
4. Il tutor conclude il “giro di tavola”,
comparando le aree di intervento dell’e-tutor nella gestione dei disagi dei
corsisti emerse nelle discussioni con il supporto di uno schema grafico che
illustra le tipologie di difficoltà più diffuse, con l’obiettivo di commentare
le aree di intervento che non sono state presentate dai gruppi di
lavoro.