Tra letteratura e scienza: il genio di Faraday

Tra letteratura e scienza: il genio di Faraday

Michael Faraday nacque nel 1791 in una famiglia di umili origini che non poteva permettersi di pagare per la sua istruzione. Pochi avrebbero immaginato che quel ragazzo sarebbe diventato un brillante scienziato. Faraday imparò a leggere e scrivere alle scuole domenicali e divenne apprendista rilegatore durante l’adolescenza. Amava leggere e passava quindi molto tempo sui libri che era stato incaricato di rilegare, sviluppando un forte interesse per la chimica, l’elettricità e il magnetismo.

Il suo interesse per la scienza lo portò a partecipare a una serie di quattro conferenze dal chimico Humphry Davy, dove prese copiosi appunti nella speranza di trovare un’occupazione presso la Royal Institution. Alla fine, la perseveranza lo premiò e riuscì a ottenere il lavoro di assistente di laboratorio del professor Davy. Faraday lavorò al servizio di Davy per molti anni, durante i quali la coppia viaggiò parecchio in Europa.

(altro…)

Mistero dei cosmetici degli antichi egizi

Mistero dei cosmetici degli antichi egizi

Nell’Antico Egitto si credeva che, nell’Aldilà, l’immagine dei defunti fungesse loro da corpo. Per questo motivo, nelle raffigurazioni funerarie, sia gli uomini che le donne venivano mostrati abbigliati delle loro vesti migliori e con il volto truccato. Anche in vita, tuttavia, l’uso di cosmetici da parte degli egizi era particolarmente comune. Oltre a truccare il viso, e in particolare gli occhi, gli egizi utilizzavano anche altre cure di bellezza che, in realtà, oltre ad avere una funzione meramente estetica ne avevano anche una squisitamente medica.

Nel corso della loro vita, gli Egizi ricorrevano a molte sostanze per decorarsi il viso. Quella più usata era il kohl, soprattutto per il contorno degli occhi. Il kohl aveva diversi usi a seconda della sua origine: una vernice verde ricavata dai minerali di malachite veniva applicata alle palpebre, mentre una specie di inchiostro nero estratto dalla galena, un tipo di minerale plumbeo, serviva per il contorno occhi.

(altro…)

Alla scoperta del corpo umano

Alla scoperta del corpo umano

Il corpo umano è formato da circa 7 ottilioni di atomi (7 seguito da 27 zeri), che compongono 75.000 miliardi di cellule. A livello atomico, il corpo umano contiene circa 6o elementi, ma della maggior parte non ne conosciamo l’utilità. Il 99 percento del nostro peso è composto da sei soli elementi. Come tutte le altre forme di vita conosciute, siamo basati sul carbonio, cioè le molecole biologiche che costituiscono il nostro corpo sono costruite su un’intelaiatura di atomi di carbonio. Il carbonio è un elemento molto peculiare.

È molto piccolo e può ospitare quattro legami covalenti con altri atomi, cosa che permette di formare l’ossatura di molecole molto complesse come proteine, grassi, zuccheri e DNA. I legami sono sufficientemente forti da mantenere le molecole in una struttura stabile, ma non così tanto da non poter essere spezzati qualora il corpo dovesse distruggere o ricreare molecole in base alle sue esigenze. Il calcio è il minerale più abbondante nel corpo umano ed è importante per la regolazione della produzione di proteine.

Catene molto complesse di reazioni avvengono nel citoplasma gelatinoso e negli organelli delle cellule, piccole strutture che eseguono funzioni specifiche. Il fosforo è utilizzato per creare l’adenosintrifosfato (ATP), una molecola che contiene legami forti con gli atomi di fosforo. Quando questi legami vengono spezzati, si rilascia molta energia, che alimenta le cellule. L’ATP è in pratica la benzina del corpo umano.

Cellule del corpo

Le cellule sono rivestite da recettori e rispondono rapidamente ai cambiamenti nell’ambiente circostante, comunicando attraverso segnali chimici e impulsi elettrici. Durante lo sviluppo dell’embrione, differenti gradienti chimici istruiscono le cellule che si stanno sviluppando su dove devono andare e su che tipo di cellula devono diventare, concorrendo allo sviluppo di una nuova persona. Curiosamente, molte cellule del nostro corpo non sono umane. I microbi rappresentano dall’1 al 3% della ma corporea e sono molto importanti per la vita Hanno otto milioni di differenti codici genetici per sintetizzare proteine, mentre il genoma umano meno di 30.000.

Anche i batteri che vivono nel nostro sistema digestivo sono indispensabili: attraverso la fermentazione, scompongono i carboidrati non digeribili permettendoci di usare energia a cui altrimenti non avremmo accesso e partecipano alla produzione di varie vitamine loro presenza evita anche il prolifera batteri dannosi. Interessante è il fatto che circa il 18% del genoma umano sia di origine virale. I retrovirus sono in grado di inserire il proprio DNA nei nostri cromosomi, e in molti punti dell’evoluzione umana i geni originati da virus sono entrati nel nostro corredo generico.

La manutenzione della scopa elettrica: alcune raccomandazioni generali

La scopa elettrica è ormai un oggetto sacro per le nostre case: la loro resistenza nel tempo ci permette di non dover ricorrere, nella maggior parte dei casi e a patto che non si scelga un prodotto scadente, a sostituzioni premature e sconvenienti. Potente, agevole ed efficace: ci rende la vita molto più semplice.

Riuscite a immaginare come sarebbe la vostra quotidianità (e soprattutto la vostra casa) se non esistesse la scopa elettrica?
Tuttavia, è importante ricordare che, per quanto questi strumenti siano solidi e duraturi, non sono di certo indistruttibili. La resistenza di una scopa elettrica è direttamente proporzionale alla nostra volontà di prendercene cura. Detto in sintesi: se vogliamo che la nostra amica acchiappa-polvere non ci lasci presto, dobbiamo eseguire una corretta e costante manutenzione.

Sono tante le tipologie e ancor di più i modelli. Ovviamente, ogni prodotto ha delle caratteristiche proprie, e di conseguenza ha bisogno di una manutenzione specifica. In questa sede, tuttavia, vogliamo dare alcuni consigli e suggerimenti generali riguardanti i punti più fragili della scopa elettrica, quelli che richiedono più attenzione.

Proteggere il cavo e le batterie

Il primo punto su cui vogliamo soffermarci riguarda la modalità di alimentazione. Se possedete una scopa elettrica ricaricabile senza filo sarà sicuramente perché avete la necessità di spostarvi agevolmente senza incappare con il filo in fastidiosi ostacoli. Sappiate che, però, l’alimentazione a batteria è molto delicata, per cui bisogna agire con accortezza.

Per prima cosa, bisogna capire qual è il tipo di batteria adoperata. Nella maggioranza dei casi si tratterà di una NiMH (nichel-metallo idruro). Quest’ultima è più delicata, poiché è spesso soggetta all’effetto memoria, ovvero all’indebolimento dell’autonomia con il ripetersi delle ricariche. Per smorzare questa piccola imperfezione, è raccomandabile lasciare scaricare del tutto la batteria prima di rimetterla in carica, e non tenerla a caricare più del dovuto (di solito mai più di 12 ore).

Per quanto riguarda le scope elettriche con il cavo, invece, il consiglio è quello di controllare che non sia mai aggrovigliato: questo potrebbe causare malfunzionamenti indesiderati. Inoltre, è bene che il filo non si incastri sotto le porte o nei passaggi dei mobili. Insomma, accertatevi che sia sempre disteso e mai attorcigliato.

Pulizia e lavaggio del serbatoio

La scopa elettrica con sacchetto usa e getta non ha bisogno di tante attenzioni: tutto ciò che dobbiamo fare è sfilare il sacchetto sporco e inserirne uno pulito ogni qual volta ve ne è la necessità. Diverso è il discorso per la scopa elettrica senza sacco (caratterizzata dalla cosiddetta tecnologia ciclonica). Nei confronti di quest’ ultima, è consigliabile effettuare la pulizia del serbatoio ad ogni utilizzo.

Il contenitore di raccolta, spesso trasparente, deve essere non soltanto svuotato, ma anche rapidamente risciacquato; questo per evitare che lo sporco rimanga appiccicato alle pareti. È importante sapere che un serbatoio sporco non è soltanto anti-estetico, ma anche poco performativo: la sua capacità diventerebbe più limitata!

La manutenzione dei filtri

Anche i filtri richiedono una certa diligenza. Mentre alcuni pretendono una sostituzione, poiché non possono essere puliti e sciacquati; altri (la maggior parte) sono water-friendly. Come pulire i filtri della scopa elettrica? è semplice: basta smontarli con molta cautela e poi lavarli sotto l’acqua corrente (preferibilmente calda). Particolare attenzione deve essere rivolta all’operazione di asciugatura: mai inserire i filtri nella scopa elettrica se questi non sono completamente asciutti!

6 step per ottenere i migliori centrifugati

Avete appena comprato una luccicante centrifuga nuova e non vedete l’ora di mettervi all’opera e sperimentare succhi di tutti i gusti. Ottima scelta, i centrifugati, con il loro potere dissetante, ricostituente e depurativo sono ottimi alleati per la nostra salute e ci permettono di integrare la nostra dieta con molta più frutta e verdura. Perché i nostri centrifugati abbiano l’effetto desiderato però, è importante prestare i giusti accorgimenti.
Ecco le 6 regole per ottenere i migliori centrifugati:

Usare frutta e verdura di stagione

È buona regola per la nostra salute utilizzare frutta e verdura di stagione per le nostre centrifughe, ancora meglio se prodotti da agricoltura biologica. I prodotti di stagione crescono naturalmente senza l’ausilio di fertilizzanti chimici e acquistano un gusto certamente migliore, oltre ad essere più economici perché reperibili a chilometro zero.

Scegliere ingredienti con molta acqua

La centrifuga per frutta e verdura è un apparecchio che tritura gli alimenti estraendone il succo, per questo è indispensabile scegliere frutta e verdura che contenga una buona dose di acqua. È da preferire frutta come uva, fragole, anguria, mele, pere, lamponi, e ananas, e invece evitare di frullare avocado, banana, fichi e datteri che rilascerebbero quantità minime di succo. Per quanto riguarda la verdura, contengono molta acqua sedano, barbabietola, spinaci, carote e finocchio.

Non frullare le bucce

È da evitare di inserire nella centrifuga le bucce molto spesse di anguria, ananas, melone o arancia, perché potrebbero creare problemi al meccanismo. È importante però non scartare le bucce di alimenti come mela, uva, albicocca e pesca (avendo una buccia più sottile non danno problemi alla centrifuga) perché gran parte del loro valore nutritivo si trova proprio nella buccia.

Alternare frutta e verdura

Perché le nostre centrifughe siano più salutari possibile è meglio non eccedere con la frutta (molto zuccherina) e usare invece una buona dose di verdura, diciamo con una proporzione di 3/4 di verdura contro 1/4 di frutta. Alcuni ortaggi molto consigliati sono il sedano che favorisce la digestione, il cetriolo che ha effetto depurativo e gli spianaci con valore energizzante.

Consumare la centrifuga fresca

La centrifuga va consumata fresca, appena prodotta, altrimenti perderebbe le sue proprietà nutritive. Vitamine, sali minerali, proteine e fibre contenute nella nostra centrifuga appena fatta sono sensibili ad aria, acqua e calore e per questo degenerano molto velocemente. Buona regola quindi frullare gli ingredienti al momento e nella quantità necessaria ad un solo bicchiere. Se proprio vi è avanzato del centrifugato però non gettatelo, aggiungeteci del limone e conservatelo in frigo in un contenitore chiuso ermeticamente.

Riutilizzare gli scarti

Se avete rispettato il primo consiglio, cioè quello di scegliere frutta e verdura biologica e di stagione, allora potete riutilizzare anche lo scarto della vostra centrifuga. La polpa e la buccia che viene scartata dalla centrifuga contiene ancora vitamine e fibre ed è un peccato quindi buttarla. Le fibre delle verdure possono essere riutilizzate come dado vegetale per il brodo, mentre quelle della frutta possono essere unite all’impasto per creare fantastici dolci al forno.

Se pensi che il forno a microonde sia dannoso, dovrai ricrederti

Non si può certo dire che il forno a microonde abbia avuto vita facile nella società moderna. Certo, è uno degli elettrodomestici più diffusi nelle nostre case e ha avuto il suo momento di gloria, agli inizi degli anni duemila per la precisione. Ma considerando che è nato nel 1946, fa specie il fatto che ancora oggi, più di 70 anni dopo, debba scontare il peso di dicerie e maldicenze.

Dicerie che ruotano per la maggior parte attorno al metodo di cottura: si è detto, negli anni, che i cibi cotti nel forno a microonde sono radioattivi, che le microonde alterano la struttura degli alimenti, che possono addirittura dar luogo a sostanze tossiche. Ma c’è davvero da preoccuparsi?

Niente affatto: la cottura a microonde è rapida e non supera i 100 gradi di temperatura, dunque la maggior parte delle sostanze nutritive dei cibi -vitamine e minerali, ad esempio- viene preservata e non c’è rischio che si creino alcuni composti notoriamente cancerogeni che si formano alle alte temperature. 
Ma “chi è” e da dove viene il forno a microonde? E come mai la sua reputazione è stata macchiata da qualche ombra?

Un metodo di cottura scoperto per caso

La cottura a microonde fu scoperta per caso nel 1945 da un dipendente di un’azienda americana del settore della difesa: mentre stava lavorando alla fabbricazione di magnetron per apparecchiature radar, notò che una caramella che aveva in tasca si era sciolta. Ci mise poco a correlare ciò all’esposizione al campo elettromagnetico generato dal magnetron.

Le microonde sono radiazioni elettromagnetiche con lunghezze d’onda molto piccole; il loro potere di cuocere i cibi si deve al fatto che “agitano” le molecole di alcune sostanze: le molecole agitate, sfregando contro le molecole circostanti, creano un attrito che a sua volta genera calore in grado di riscaldare e cuocere la sostanza. 
Da qui la prima diceria: la cottura a microonde altera la struttura molecolare dei cibi, rendendoli potenzialmente dannosi.

Le microonde non alterano la struttura molecolare

Le microonde però sono onde a bassa energia, non ionizzanti, non sono quindi in grado di modificare la struttura molecolare delle sostanze proprio perché non possiedono energia in quantità sufficiente a modificare un atomo (la cosiddetta “ionizzazione”).
 L’altro argomento spesso cavalcato dai detrattori del fornetto microonde è quello delle radiazioni emesse dall’apparecchio: possono essere nocive per la salute umana?

Potrebbero esserlo, se non fosse che il forno a microonde è interamente schermato. Dispone di un guscio metallico che agisce da gabbia di Faraday, impedendo la fuoriuscita delle onde elettromagnetiche, in più nello sportello è incorporata una fine rete metallica che, avendo maglie di larghezza inferiore alla larghezza d’onda delle microonde, impedisce loro il passaggio. Quando lo sportello viene aperto, la produzione di microonde si interrompe automaticamente.

Alla giusta distanza

Volete essere proprio sicuri sicuri? La piccola dispersione di microonde rilevata a una distanza di 1 m dall’apparecchio è un centesimo di quella rilevata a 5 cm da esso; quest’ultima è comunque molto inferiore a quella di un qualsiasi telefono cellulare. Dunque è sufficiente stargli a debita distanza mentre è in funzione. Consiglio tanto più valido se l’apparecchio ha già qualche anno e si teme che le guarnizioni dello sportello non isolino più come un tempo.

Robot aspirapolvere: il miglior amico delle pulizie

Da qualche anno il settore delle pulizie domestiche ha accolto una new entry per la pulizia dei pavimenti: il robot aspirapolvere automatico.
Questo robot aiutante domestico è salito in fretta nella classifica degli elettrodomestici più acquistati proprio per la sua capacità di semplificarci notevolmente la vita.

Perché trascinare per la casa il vecchio aspirapolvere pesante quando possiamo andare a farci un giro mentre il robot pulisce per noi? Un bel cambiamento per tutti quelli che faticano a trovare il tempo per le pulizie domestiche.

Vediamo nel dettaglio quali sono le funzionalità e i benefici del aspirapolvere robot.

Come funziona il robot automatico

Il robot aspirapolvere non necessita della nostra presenza, è in grado di muoversi autonomamente per la casa grazie a diverse tipologie di sensori. I sensori di ostacoli gli permettono di riconoscerli e aggirarli, mentre i sensori di dislivello gli segnalano quando si trova in prossimità di scale o gradini, facendogli cambiare direzione.

Tutti i robot fanno una mappatura della casa (tramite telecamera o laser) che gli permette di memorizzare le aree raggiungibili e i tipi di ostacoli presenti. Una volta completato il suo ciclo di pulizia il robot torna automaticamente alla sua sede di ricarica.

Robot sempre più tecnologici

Con la smart home nuova frontiera della domotica, la
tecnologia è sempre più nostra alleata anche nelle faccende domestiche. I robot aspirapolvere di ultima generazione sono dotati di una connessione wifi che gli permette di essere gestiti via app da smartphone.

In questo modo non dobbiamo aspettare di rientrare a casa per attivarli ma possiamo farlo comodamente anche dall’ufficio. E non è tutto, chi già possiede un’assistente virtuale come Google Assistant o Alexa potrà attivare/disattivare il robot con un semplice comando vocale.

Il dilemma degli angoli

Tutto molto bello ma, riesce ad aspirare gli angoli?
La risposta è ufficialmente si, i prodotti di forma quadrata sono ottimali per la pulizia degli angoli ma anche quelli di forma rotonda arrivano a compiere un’ottima pulizia grazie alle spazzole laterali.
Un altro pregio è la capacità di raggiungere zone anguste della casa, dove il vecchio aspirapolvere troppo ingombrante non arriva, come dietro o sotto ai mobili.

Un alleato per chi ha animali in casa

Il robot aspirapolvere è perfetto per chi ha animali in casa perché oltre ad aspirare efficacemente i peli, riesce a catturare anche le particelle di allergeni rilasciate dalla loro pelle, offrendo un grande aiuto in caso di allergie.

L’unico problema che può presentarsi in presenza di animali è quello del rumore eccessivo, per questo si consiglia di acquistare un apparecchio che limiti il livello sonoro al di sotto dei 70 decibel, in modo da preservare l’udito dei nostri amici pelosi.

È in grado di aspirare ogni superficie

Marmo, legno, piastrelle, il robot automatico pulisce efficacemente qualsiasi tipo di superficie compresi i nostri tappeti. E se ci interessa aspirare le foglie secche in terrazzo, esistono robot particolarmente adatti alla pulizia di esterni perché dotati di rulli in gomma anziché spazzole con setole.

Se invece abbiamo una zona della casa particolarmente delicata dove preferiamo non usare l’aspirapolvere, è possibile impostare dei muri fittizi che l’apparecchio tratterà come dei muri reali, evitando quell’area della casa.

Cosa dovreste sapere sul ferro stiro

Cosa dovreste sapere sul ferro stiro

Il ferro da stiro è un elettrodomestico indispensabile, piccolo, funzionale e di facile utilizzo. Considerato il miglior amico delle casalinghe, con le sue piastre riscaldate in alluminio, è lo strumento principe per gestire le pieghe sui tessuti, talvolta eliminandole, talvolta creandole.

Stirare è un’attività che comporta un minimo di sforzo, si sa, ma la tecnologia sforna prodotti sempre più all’avanguardia al fine di ridurre lo stress e migliorare la qualità della stiratura. Ma questo oggetto così familiare quando è stato inventato? È sempre stato così?

La nascita del ferro da stiro

La passione per la stiratura dei tessuti non è recente come si potrebbe pensare… anzi è esattamente il contrario. Guardando negli affreschi rinvenuti nelle Tombe egizie si può notare come era consuetudine del faraone indossare gonnelli di pregiati tessuti rigorosamente plissettati.

Ciò la dice molto lunga sul ferro da stiro e sulla sua datata esistenza… gli Egizi inventarono il “lisciatoio” per tessuti che consisteva in una pesante piastra di ferro da passare su tessuti imbevuti in una soluzione di gomma e talvolta inumiditi con acqua per rendere meno difficoltosa la stiratura.

Ma la prima vera forma di ferro da stiro a caldo è stata inventata in Cina e consisteva in un contenitore di bronzo da riempire di brace, dotato di un lungo manico, ha rivoluzionato in modo sensazionale la stiratura. Anche i Romani utilizzavano piastre di ferro dotate di manico riscaldate, mentre per le pieghe preferivano utilizzare il metodo degli Egizi. Il ferro da stiro migliore nel corso degli secoli ha subito modifiche sulla forma per rendere più agevole la stiratura, fino all’invenzione del ferro elettrico e il ferro a vapore, strumento ampiamente utilizzato nelle lavanderie, con gli innumerevoli modelli dagli accattivanti design presenti sul mercato.

Curiosità

Oggi ci si lamenta molto sul faticoso lavoro che occorre per stirare una pila di vestiti! In verità rispetto agli stiratori del passato non c’è proprio nulla da invidiare… Occorre precisare che “il ferro da stiro” nel corso dei secoli e delle varie culture veniva costruito con materiali molto pesanti e quindi stirare era un mestiere che richiedeva l’impiego di un sacco di energie. Basta pensare che un ferro da stiro pesava intorno ai 6 kg e il manico non era sicuramente costruito in modo ergonomico per limitare lo stress alle articolazioni durante l’utilizzo.

Usi

Circa l’utilizzo di questo elettrodomestico, sembra scontato che trova impiego soltanto nella stiratura dei tessuti ma non è così. In passato veniva utilizzato dalle donne per la stiratura dei capelli mediante l’ausilio di un piano spazioso e di un asciugamano umido. Alcuni preferiscono utilizzarlo per plastificare documenti apponendo sul foglio di carta un foglio in plastica e ricoperti col famoso asciugamano su cui passare il ferro, altri ancora in casi di emergenza lo utilizzano come fornello, altri ancora se ne servono per sigillare i sacchetti alimentari in plastica simulando il sottovuoto. Alcuni addirittura lo utilizzano per riparare le crepe nel parquet… che dire!! È una fantastica invenzione.

Pulire l’acqua con un depuratore

Pulire l’acqua con un depuratore

Molte persone bevono acqua del rubinetto perché la considerano buona e fresca. In realtà, tutti sanno che l’acqua del rubinetto non è esattamente come quella in bottiglia dal momento che, nonostante gli acquedotti comunali attuino numerosi processi di filtraggio, le acque del rubinetto restano comunque pesanti e spesso cariche di sostanze pericolose per la salute.

L’importanza di un depuratore

Le troppe impurità che ancora sono presenti nell’acqua del rubinetto hanno favorito la progettazione dei depuratori domestici per l’acqua. Si tratta di piccoli elettrodomestici che, in percentuale sempre maggiore, vengono preferiti dalle famiglie che desiderano bere un’acqua del rubinetto meno pesante e carica di agenti fisici e chimici. Con questo scopo, in effetti, i depuratori domestici applicano un ulteriore processo di filtro a quello già effettuato dagli acquedotti comunali, favorendo – in tal senso – l’ottenimento di un acqua del rubinetto davvero simile a quella venduta in bottiglia.

La progettazione dei depuratori domestici, in effetti, si è resa necessaria in seguito alla costatazione del fatto che gli impianti comunali non sono in grado di realizzare un processo impeccabile quando si tratta di pulizie delle acque. Negli ultimi tempi, in effetti, le acque comunali – specie quelle italiane – sono rimaste sovraccariche si sostanze – spesso inquinanti – che i tradizionali depuratori comunali non sono più in grado di filtrare. La conseguenza di un cattivo filtraggio delle acque è sotto gli occhi di tutti: acqua pesante e spesso tutt’altro che limpida, ma al contrario quasi nebulosa.

Filtrare l’acqua ed eliminare le impurità

Le persone che desiderano bere acqua buona senza dover spendere una fortuna per l’acqua in bottiglia, quindi, i depuratori domestici rappresentano la soluzione ideale. Il meccanismo di funzionamento di un depuratore per acqua può essere diverso: ci sono depuratori che eliminano ‘fisicamente’ le tossine presenti nell’acqua di rubinetto e le separano dall’acqua buona e depuratori che utilizzano agenti chimici per eliminare le tossine presenti nell’acqua, appunto mediante l’applicazione fisico-chimica di altre sostanze.

In tal senso, quindi, i primi depuratori funzionano con un sistema di filtri a carbone. In questo caso il meccanismo di funzionamento è davvero semplice: si installa un filtro direttamente sul rubinetto che, a sua volta, procede a separare l’acqua buona da quella che evidentemente non lo è. I depuratori chimici, invece, funzionano mediante un meccanismo a carbone che, per l’appunto, consiste nell’impiego fisico del carbone finalizzato a filtrare l’acqua del rubinetto per eliminarne le sostanze tossiche, gli agenti chimici negativi e gli eventuali gas che la rendono pesante.

Benefici fantastici dell olio di Argan

Benefici fantastici dell olio di Argan

L’olio di Argan deve il nome all’omonima foresta del Marocco che si chiama appunto Argan. Si tratta di una foresta grande oltre ottocentomila ettari di terreno e le caratteristiche di questo posto sono così speciali chenel 1998 sono entrate ufficialmente a far parte dei siti protetti dall’Unesco.

Come si produce l’olio di argan?

Una delle piante più diffuse nella foresta di Argan è la cosiddetta Argania spinosa da cui si estrae l’olio di argan. L’olio è particolarmente famoso per merito delle sue straordinarie proprietà che si estendono dal campo medico a quello estetico passando naturalmente per le facoltà nutritive di questo prodotto naturale.

L’olio viene estratto dai frutti della pianta Argania che vengono raccolti, generalmente, nei mesi estivi, in particolare a giugno e luglio. In alcune zone della foresta di Argan, tuttavia, la raccolta si realizza anche in febbraio. Quando si raccoltono i frutti della pianta Argania è molto importante assicurarsi di raccogliere solo i frutti senza le noci.

Questo perché i frutti sono i soli a possedere le proprietà benefiche della pianta e perché un frutto non ancora caduto o ancora parzialmente legato alla noce potrebbe essere stato precedentemente ingerito da qualche animale e, quindi, non più valido per un suo utilizzo medico o cosmetico. E’ singolare pensare come i frutti dell’Argania, da cui si ricava l’olio che è ormai famosissimo in ambito cosmetico, siano raccolti per mezzo di donne berbere che ancora si dedicano a questa pratica munite di soli sacchi e di vecchi asini.

Applicazioni cosmetiche ed alimentari dell’olio di Argan

L’olio di Argan ha una colorazione particolarmente chiara. In ambito cosmetico, l’olio è perfetto per idratare la pelle ma ha anche eccellenti proprietà antiossidanti. Le applicazioni cosmetiche più diffuse, tuttavia, sono quelle per i capelli e per le unghie. In entrambi i casi, i benefici che ne derivano riguardano la maggiore resistenza che olio argan puro offre sia a capelli che ad unghie dopo una sua applicazione. L’olio di Argan, tuttavia ha anche proprietà nutritive particolarmente efficaci. Per trarne beneficio come alimento, è necessario tostare i semi della pianta Argania.

In questo caso, la colorazione dell’olio è più ombrata rispetto a quella dell’olio destinato ad uso cosmetico e – una volta ottenuto – si può utilizzare per fare il pane ma anche semplicemente per condire le verdure. Nelle zone della foresta di Argan, inoltre, è usanza miscelare l’olio con le mandorle: così facendo si ottiene un impasto davvero speciale che, per molti aspetti, è simile al famoso burro di arachidi e, proprio come il burro, si usa insieme al pane.

Eliminare l’umidità con un deumidificatore

Eliminare l’umidità con un deumidificatore

In casa, mentre si svolgono le azioni di tutti i giorni è possibile correre seri rischi per la salute. Quando si fa la doccia, per esempio, l’umidità provocata dall’acqua calda può danneggiare le nostre vie respiratorie. In questi casi avere un deumidificatore può essere importante per salvaguardare la propria salute.

L’importanza del deumidificatore

Il deumidificatore è in grado di abbassare il livello di umidità presente nell’aria e, per via della sua funzione, è particolarmente apprezzato in quanto riduce alcuni rischi di salute anche gravi. Un deumidificatore, tuttavia, non è in grado di eliminare del tutto la percentuale di umidità presente nell’aria. In questo caso, infatti, ci sarebbero ugualmente controindicazioni per la salute umana legate all’eccessiva disidratazione dell’aria.

Per questo motivo, il suo compito principale è quello di mantenere costante la percentuale di umidità presente nell’aria in un intervallo compreso tra il 30% e il 50%. In qualche modo, quindi, il deumidificatore è in grado di conservare la temperatura ideale in casa oltre ad eliminare dall’aria le umidità per cui contribuisce a prevenire gli sbalzi termici che pure sono causa frequente di malanni.

Perché è importante svuotare la tanica del deumidificatore

Nel momento in cui il deumidificatori per ambienti aspirano l’umidità, in effetti, quest’aria umida viene veicolata nel corpo principale mediante una serpentina che – grazie al suo movimento – fa aumentare la temperatura dell’aria e la trasforma in acqua che appunto va a depositarsi in questo serbatoio posteriore.

Quando la tanica è piena d’acqua, generalmente, il deumidificatore si spegne e quindi non funzionerà fino al momento in cui la vaschetta sarà di nuovo svuotata. In genere, la vaschetta si riempie nel giro di 8 -10 ore e dovrebbe essere svuotata massimo 24 ore dopo il suo riempimento, altrimenti si rischia anche di compromettere il suo corretto funzionamento. In alternativa, è possibile installare dietro la vasca un tubo che serve a drenare automaticamente l’acqua e quindi a svuotare la vaschetta senza doverla ogni volta rimuovere.

In tutti i casi, è bene sapere che l’acqua che si accumula nella vaschetta va buttata perché non è in nessun caso potabile. L’acqua della vaschetta, infatti, non è un’acqua minerale ma, al contrario, è carica di batteri ed è per questo che – se non rimossa in breve tempo – diventa il luogo ideale per la proliferazione dei funghi. Il deumidificatore in casa consente di evitare molti fastidiosi problemi tra cui la muffa sulle pareti, l’intonaco del muro che si stacca e penzola a mezz’aria, nonché la corrosione di mobili in legno e materiali plastici.

Tornare in forma con la cyclette

Tornare in forma con la cyclette

Prendere la decisione di andare in palestre o semplicemente quella di rimettersi in forma, a volte, può essere davvero stressante. Tuttavia, con la giusta compagnia, una buona forza di volontà e i giusti attrezzi, recuperare la forma fisica può essere un gioco da ragazzi.

Primo posto per recuperare la forma fisica

Tra gli attrezzi più efficaci per tornare in forma c’è sicuramente la cyclette. Si tratta di un attrezzo particolarmente efficace e divertente da utilizzare che si può praticare in palestra o, perché no, anche a casa se si dispone dello spazio sufficiente per installarla. La cyclette è un ottimo attrezzo in quanto non solo consente di perdere peso in poco tempo, ma svolge anche un ruolo importante per la salute del sistema cardiovascolare.

Le cyclette possono avere caratteristiche e funzionalità tecniche differenti. A discapito di quanto si possa immaginare, utilizzare la cyclette non è esattamente uguale ad utilizzare una tradizionale bicicletta. Innanzitutto, è bene sapere che se si desidera perdere peso andando in cyclette è fondamentale un allenamento costante da fare almeno tre volte a settimana; inoltre, andare in cyclette con una pendenza pari a zero è praticamente inutile.

Se davvero desiderate perdere grasso è importante aumentare la pendenza dell’attrezzo, utilizzarlo spesso e soprattutto con una certa velocità. Solo con questi accorgimenti, in effetti, si può avere la certezza di recuperare la forma fisica anche in poche settimane: quel che conta è mantenere una certa costanza.

Com’è fatta una cyclette?

In generale, è possibile classificare le cyclette in 4 modelli principali che differiscono per progettazione e modalità di impegno. Il modello di cyclette tradizionale è sicuramente quello con la cinghia, noto anche come modello a tampone.

Questa cyclette non è proprio l’ideale per chi ha intenzione di utilizzarlo spesso: in effetti, pedalare su questo strumento può essere un po’ scomodo dal momento che il meccanismo arcaico non permette di pedalare in modo veloce e sicuro. Decisamente più efficace, invece, è la cyclette a resistenza magnetica: si tratta di una progettazione recente che permette ai fruitori di pedalare bene e con una certa velocità.

Per questo motivo, gli esperti ne consigliano spesso l’uso a chi intende perdere grasso in fretts. Infine, ci sono le cyclette con una resistenza ad aria e quelle con resistenza elettromagnetica. In entrambe i casi si tratta di cyclette di ultima generazione che consentono ai fruitori di pedalare per molto tempo in modo semplice e soprattutto fluido.

Autoradio: alla scoperta delle onde

Autoradio: alla scoperta delle onde

L’autoradio è in grado di captare onde radio e convertirle in onde sonore. L’autoradio in sostanza è divisa in due parti: la prima è destinata a captare le onde elettromagnetiche e la seconda a diffondere le onde sonore.

Il meccanismo dell’autoradio

L’autoradio è costituita da valvole che hanno il compito di amplificare centinaia di migliaia di volte i segnali di entrata e a potenziare quelli di uscita. Le valvole destinate all’amplificazione dei segnali radio vengono dette amplificatrici radio e quelle per l’amplificazione del suono, amplificatrici audio. La trasformazione dei segnali radio in segnali audio avviene a mezzo della valvola rivelatrice.

I transistor hanno funzione del tutto analoga alle valvole: presentano il vantaggio di un ingombro molto più ridotto e di una minor fragilità, ma hanno una capacità amplificatrice più ridotta, sicché, a parità di potenza, il numero dei transistor è sempre superiore a quello delle valvole. Le autoradio din possono avere una sola valvola (che consta di due parti: una rivelatrice radio e una arrolificatrice audio) e via via un numero sempre maggiore di valvole.

Elemento indispensabile in ogni caso è sempre l’antenna; anche quando apparentemente si ritiene che l’apparecchio ne sia privo, perché la stessa è stata staccata, la funzione di antenna può essere svolta dai fili conduttori presenti all’entrata dell’apparecchio.

Le valvole dell’autoradio

Gli apparecchi ad altoparlante debbono avere almeno come minimo tre valvole. Aumentando il numero delle valvole oltre un certo limite, la sensibilità dell’apparecchio risulta eccessiva ponendolo in grado di captare anche i più piccoli disturbi esterni e rendendo meno comprensibile l’ascolto. I radioricevitori possono essere classificati in due categorie principali: quelli in cui la amplificazione viene effettuata sulla frequenza in arrivo (ad amplificazione di frequenza) e quelli in cui la frequenza vien cambiata in un’altra frequenza prima della amplificazione e rivelazione.

Questi ultimi, decisamente più impiegati per la loro sensibilità, selettività e fedeltà e basso coefficiente di rumore, vengono detti a conversione di frequenza o supereterodine. I comandi vengono effettuati mediante una apposita tastiera costituita di un interruttore-rete per l’accensione e lo spegnimento che generalmente è abbinato al regolatore di volume, dal regolatore di tono, dal commutatore per onde medie (a modulazione di ampiezza) e per onde ultracorte (a molulazione di frequenza).

Dal regolatore di sintonia per la ricerca della stazione: quest’ultimo comando può essere anche realizzato mediante un certo numero di tasti che spostano automaticamente la sintonia su un determinato numero di stazioni, per le quali l’apparecchio è stato preventivamente regolato. Altri accessori, di cui possono essere provviste le autoradio, sono gli altoparlanti supplementari.

Funzionamento di un robot da cucina

Funzionamento di un robot da cucina

I robot da cucina sono utili per tutte le donne che amano preparare qualsiasi cosa ai fornelli e che – mediante l’uso di queste macchine – possono trovare un valido assistente. Si tratta di macchine che consentono di cucinare qualsiasi cosa in modo semplice e veloce e, spesso, riuscendo anche ad ottimizzare i costi della spesa.

I vantaggi di un robot da cucina

Il vantaggio principale dei robot da cucina consiste sicuramente nella capacità che offrono di risparmiare tempo anche quando si preparano ricette complesse. In effetti, tutti quei procedimenti che – tradizionalmente – richiedono l’impiego di tempo e fatica come grattugiare il formaggio, montare gli albumi delle uova, ma anche impastare la pasta o tritare qualsiasi ingrediente, con un robot da cucina si possono eseguire in pochissimi secondi. I vantaggi del robot da cucina, inoltre, sono anche economici.

Con un robot da cucina, infatti, si possono cucinare cose che – in genere – si acquistano direttamente in salumeria, come le salse, lo yogurt ma anche i succhi di frutta e la pasta: in tutti questi casi, un robot da cucina migliore consente di risparmiare davvero molti soldi ma anche di gustare prodotti fatti in casa, quindi più genuini rispetto a quelli commercializzati. Tra i vantaggi più importanti di un robot da cucina, tuttavia, c’è sicuramente quello che riguarda la salute. Queste macchine, in effetti, consentono di seguire una dieta più sana dal momento che tutte quelle in commercio prevedono la possibilità di cuocere i cibi a vapore che, come tutti sanno, rappresenta la modalità di cottura ideale per mantenersi in forma.

Inoltre, un robot da cucina è l’ideale per tutte le donne che amano preparare più cose contemporaneamente e che spesso non lo fanno per mancanza di spazio. Con un robot da cucina, in effetti, si possono cucinare diverse pietanze senza dover sporcare decine di pentole; per questo un altro vantaggio riguarda anche il lavoro domestico per cui non sarete costrette a lavare ed asciugare un’infinità di pentole.

L’assistente in cucina per le donne

Non tutte le donne guardano con favore i robot da cucina dal momento che non ne concepiscono l’utilità visto che sanno cucinare anche senza. In realtà, utilizzare un robot in cucina non significa ammettere di non saper cucinare; al contrario, un robot è l’ideale proprio per le donne che sanno cucinare bene e che desiderano sperimentare ricette sempre nuove, magari più complesse e prelibate.

In effetti, alcune ricette per cui tradizionalmente è necessario passare molte ore in cucina, possono essere preparate in poco tempo grazie ad un robot. Un esempio? E’ sufficiente pensare a tutte le ricette a base di pesce, per non parlare poi di quelle dedicate al reparto dolci per cui spesso si impiegano ore solo per preparare la pasta. Utilizzare un robot da cucina, quindi, offre vantaggi innumerevoli, sia pratici che economici. Provare per credere!

Rasoio: ieri e oggi

Rasoio: ieri e oggi

Il rasoio è uno strumento impiegato dall’uomo sin dall’antichità per radersi, secondo le varie mode, barba e capelli. Si tratta di un oggetto indispensabile per milioni di uomini ma apprezzato anche dalle donne che non amano vedere barbuto il proprio partner e che vogliono eliminare senza dolore qualche pelo in eccesso.

Il rasoio nella storia

Si ritengono rasoi, e tali vengono chiamate, le lame di ossidiana, di selce ed infine di bronzo rinvenute nelle tombe preistoriche, dapprima di forma rettangolare, poi, nel periodo di impiego del ferro, in genere di forma semilunare. Non abbiamo esempi di rasoi greci; frequenti invece quelli romani (novaculae o cultri tonsorii), a lama di ferro sottilissima, muniti di un manico in avorio o in legno, in genere decorato; la particolare forma del manico permetteva di impugnare tale rasoio come gli analoghi strumenti moderni.

Le due forme, quella rettilinea e quella curva, si alternarono finché, in età pressoché moderna, con l’impiego dell’acciaio, il rasoio assunse forma costante con sezione cuneiforme, filo sottile e taglientissimo, lati della lama incavati in modo da aumentarne l’elasticità e la leggerezza. Dato l’evidente pericolo di questo strumento, sin dal secolo scorso si idearono vari accorgimenti per renderlo piú sicuro; tra questi una guaina che bloccava il rasoio in una data inclinazione permettendogli cosi di tagliare solo quei peli che, attraverso intagli, pervenivano a distanza utile dalla lama.

Il rasoio moderno

Il rasoio di sicurezza tipico venne però ad essere, all’inizio del nostro secolo, quello ideato dal Gillette nel quale è mantenuto il concetto di una piastrina di guardia tra la pelle e la lama; quest’ultima infine è sostituita da lamette d’acciaio, cambiabili, sottilissime e, in genere, a doppio filo. Attualmente è diffuso anche il rasoio elettrico che offre una rasatura, rapida sicura e veloce. Esistono differenti tipi di rasoi: uno dei più conosciuti è quello definito ‘libero’, cioè il tradizionale rasoio che utilizzano ancora oggi i barbieri con una lama che va affilata ogni tanto. Per l’uso domestico, in verità, il rasoio ‘ a mano libera’ è stato sostituito con i moderni rasoi dotati di una lama usa e getta che sono più igienici e anche più efficaci nella rasatura.

Esiste poi il rasoio a shavette che è sempre ‘a mano libera’ con la differenza che la lama non è fissa (e quindi da affilare periodicamente) ma si può sostituire con una lama nuova quando diventa usurata. Il rasoio a shavette, oggi, è quello più impiegato dai barbieri per una corretta pratica del loro mestiere. Un altro tipo di rasoio è quello definito ‘di sicurezza’ che consente la sostituzione della lama quando è sporca o usurata, mantenendo però la struttura di base; infine, c’è il rasoio usa e getta che racchiude le tradizionali lamette che si possono cambiare, e quindi gettare, quotidianamente dopo l’uso.