GABRIELE D'ANNUNZIO
LA
SERA FIESOLANA
Io
ti dirò verso quali reami
d'amor
ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne
a l'ombra de gli antichi rami
parlano
nel mistero sacro dei monti;
e
ti dirò per qual segreto
le
colline su i limpidi orizzonti
s'incurvino
come labbra che un divieto
chiuda,
e perchè la volontà di dire
le
faccia belle
oltre
ogni uman desire
e
nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici,
sì che pare
che
ogni sera l'anima le possa amare
d'amor
più forte.
Laudata
sii per la tua pura morte,
o Sera,
e per l'attesa che in te fa palpitare
le
prime stelle!
Parafrasi
Io
ti dirò (all donna) verso quali regni (favolosi) d’amore ci ( il poeta e la sua
donna) invita il fiume ( l’Arno), le cui sorgenti perenni gorgogliano all’ombra
degli alberi secolari nel mistero sacro ( il silenzio) dei monti; e ti dirò per
(conservare) quale segreto le colline s’incurvino stagliandosi contro i limpidi
orizzonti come labbra che (nell’atto di pronunciare un segreto) chiude un
divieto, (e ti dirò) perché il desiderio di svelare (quel segreto) le renda
belle al di là di ogni desiderio umano e (le renda) nel loro silenzio sempre
nuove arrecatrici di conforto, al punto che sembra che ogni sera l’anima le (
le colline) possa amare di un amore più intenso. O sera, sii lodata per il tuo
semplice svanire (nella notte) e per l’attesa (della notte) che in te fa
brillare le prime stelle
Similitudine
colline/ labbra, le colline s’incurvano per mantenere un
misterioso segreto come fanno le labbra che si arrestano proprio sul punto di
svelare qualcosa.